Il Tagliamento nasce al Passo della Mauria nelle Alpi Carniche, al confine tra Friuli e Veneto. Attraversa la Carnia e il Friuli, segnando nell’ultimo tratto il confine tra le province di Udine e Venezia, e dopo 170 km sfocia nel mare Adriatico tra Lignano e Bibione.
Il Tagliamento è l’ultimo grande fiume alpino in Europa. Il suo letto di 150 km2 è uno dei più importanti corridoi ecologici europei, che connette gli ecosistemi delle Alpi e del Mediterraneo. In questo corridoio le specie si spostano liberamente, trasportate dall’acqua, e sulle dune di Bibione è frequente trovare piante che normalmente crescono in montagna.
Per gran parte del corso il Tagliamento ha mantenuto le sue caratteristiche naturali, senza interventi umani: si muove libero in un immenso letto a canali intrecciati, largo fino a 3 chilometri e diviso da 700 isole vegetate, con un mosaico di habitat acquatici e terrestri in continua evoluzione. Soltanto negli ultimi 20 km del corso il fiume è stato arginato e canalizzato, ed è pienamente navigabile.
Da trent’anni gli scienziati studiano il Tagliamento per capire il comportamento naturale dei fiumi. Il suo ecosistema dinamico è usato come modello per riportare gli altri fiumi europei, irregimentati nell’800 e ‘900, al loro stato naturale. I fiumi liberi come il Tagliamento sono considerati oggi i più sicuri: se il fiume è libero di espandersi nel suo letto e nei boschetti circostanti, la sua velocità e pericolosità diminuiscono.
Lo sbarramento invece è il progetto inserito nel Piano di gestione del rischio di alluvioni 2021-2027 recentemente adottato dall’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali per proteggere gli abitati e le zone edificabili di Latisana, Bibione e Lignano. Si tratta di una cassa di espansione di 18 milioni di metri cubi d’acqua, creata con 2.5 km di argini a monte del ponte di Pinzano, che si riempie in caso di piena grazie ad una barriera di cemento alta 11 metri con paratoie mobili costruita accanto al ponte.
Il Comitato Arca è contrario all’opera per molte ragioni. Oltre all’impatto su un paesaggio e su un ecosistema fluviale considerato una “risorsa inestimabile” per l’ecologia europea, il progetto si pone in controtendenza all’attuale approccio scientifico alla gestione delle piene. Dighe e sbarramenti sono considerati meno sicuri per le vite umane di un fiume ben gestito che possa muoversi liberamente. Per questa ragione l’Unione Europea ha stabilito che, entro il 2035, 25000 km di fiumi attualmente irregimentati dovranno essere rinaturalizzati, cioè riportati allo stadio in cui il Tagliamento si trova adesso. Sembra assurdo che il fiume che da trent’anni è utilizzato come modello per le rinaturalizzazioni fluviali europee debba proprio adesso essere irregimentato.
Infine, l’opera viene progettata in mancanza di dati scientifici e di portata certi e la sua efficacia non è provata. Dovesse non funzionare a salvare le vite umane, resterebbe comunque a ricordarci della nostra incompetenza.
Il Tagliamento alla stretta di Pinzano è interessato da due progetti di grandi opere: uno è un’infrastruttura stradale di collegamento tra Sequals e Gemona, e l’altro uno sbarramento per laminare le piene e proteggere il basso corso.
La strada (superstrada o autostrada) è allo stadio di studio di fattibilità, ancora da pubblicarsi: il percorso proposto potrebbe evitare il Tagliamento, ma i due progetti precedenti, uno di superstrada (Sequals-Gemona) proposto i primi anni 2000 e uno di autostrada in project financing (Cimpello-Sequals-Gemona) presentato nel 2009, comportavano un viadotto alla stretta di Pinzano e un rilevato in zona esondabile fino al ponte del Cimano, dove la strada attraverserebbe il Tagliamento. Questo è il percorso del progetto autostradale, che include una galleria sotto il colle di Pinzano e impatta direttamente 8 siti naturali protetti e indirettamente ulteriori 10.
Lo studio di fattibilità si sarebbe dovuto concludere a luglio 2020, ma la riduzione del traffico a causa dell’epidemia ne ha fatto slittare la pubblicazione, che è attesa per i primi mesi del 2022. In maggio 2021, la Giunta regionale ha inserito la Sequals-Gemona tra le opere che auspica siano finanziate dal PNRR, per 387 milioni di euro.
Cristina Chieu
Irene Chiaradia
Tanja Beinat
Foto credits: Fabio Masotti